Di Elia Gargini
Sono le 5 del mattino del 12 Giugno 2017. La notte appena trascorsa ha visto la vittoria alle elezioni della lista civica che ha candidato a sindaco Piero Lunardi. Una vittoria storica e per me, lo confesso, solo poche settimane prima impensabile. Non dormo da 36 ore, la mente stanca, lo sguardo nel vuoto. Le ore precedenti sono state convulse: chi ha fatto una campagna elettorale sa quanto siano frenetici e faticosi gli ultimi giorni. E stavolta sono seguiti lo shock ed i festeggiamenti per la vittoria. Cammino in una Piazza Gramsci deserta. Mi affianca un’auto, che abbassa il finestrino dal quale un uomo mi sorride col sigaro in bocca. È l’amico Patrizio Rafanelli, ex assessore e politico di razza. Deduco che, da appassionato degli affari politici locali, anche lui abbia passato la notte in bianco. Ci fermiamo a commentare, entrambi stanchi e assonnati. Mi squilla il telefono. Dall’altra parte della cornetta c’è una voce squillante, fresca. So che anche il mio interlocutore non dorme da svariate ore, ma l’energia che traspare dalla sua voce è incredibile. Mi parla sciorinando un quantitativo di parole al secondo impressionante. Ne capisco sì e no la metà, sbadigliando. Sto parlando con Paolo Ricci, Vice Segretario Generale del Comune e da decenni al ponte di comando della macchina comunale.
Uomo pratico, professionista instancabile, dalla sua scrivania ha visto passare ben sei sindaci ed un commissario straordinario Tra i pochi a godere della massima stima di maggioranze e opposizioni, il suo parere su ogni questione è primario per colleghi e politici di qualsiasi colore.
Dopo 43 anni di servizio, Paolo Ricci tra poche settimane lascerà il palazzo comunale di Serravalle, per godersi la meritata pensione.
Inutile dire che mancherà a colleghi e amministratori: direi qualcosa di scontato. So invece che se da una parte potrà dedicarsi alla sua famiglia e alle sue passioni – la musica prima di tutto – dall’altra parte il suo cellulare continuerà a squillare per richieste di pareri, opinioni, supporto. Chiunque sia passato almeno una volta dalla segreteria generale, sa quanto Ricci abbia le competenze, la capacità e l’arguzia necessarie per districare matasse anche parecchio intrecciate. Sono anche certo – e so che quando leggerà queste parole scuoterà la testa – che l’esperienza amministrativa di Paolo non finirà qui: sarebbe uno spreco che nessuna forza politica potrebbe permettersi.
Ma non è questo il momento di guardare troppo lontano. È, invece, il momento di ringraziare un collaboratore prezioso, che, assieme ai colleghi ed ai politici, mancherà anche a chi scrive.
Già da qualche settimana Paolo Ricci manca dal suo ufficio, e già è uscito il suo libro, “E qualcosa rimane”, un viaggio tra musica e politica, che prende il via dall’incipit della famosa “Rimmel”.
Rimarrà molto di Paolo Ricci nel Comune di Serravalle Pistoiese. E se per la sua fatica letteraria ha scelto come titolo le prime parole della canzone di De Gregori, ciò che sicuramente resterà è scritto negli ultimi versi dello stesso brano, “o farli rimanere buoni amici come noi”.