La Regione ha predisposto il Decreto nei confronti della società Sant’Andrea srl, questo è il primo passo per giungere alla bonifica della falda nei tempi più brevi. Attenzione, però, perché è giusto chiarire cosa significhi nei tempi più brevi. La Regione ha indicato il limite massimo di 60 giorni dalla notifica della loro ordinanza, ma per l’entità del problema il termine dei lavori non potrà essere certo breve. Certo è che Regione ha indicato con precisione i passaggi operativi da eseguire che prevedono l’impiego di personale e mezzi altamente specializzati. E sempre per essere chiari, per scoprire l’inquinamento, portarlo alla luce e determinarne le cause sono occorsi due anni, quando il problema era stato nascosto o dimenticato dalle precedenti amministrazioni per quasi sette anni perché non hanno ritenuto di dover coinvolgere da subito Arpat, ASL e la Regione. Comunque non cambia la sostanza perché mancano i 7 anni gettati via con le conseguenze derivate: forse se si muovevano per tempo oggi saremmo senza questo problema per cui metto i puntini sulle “i” affermando che invece l’amministrazione Lunardi non ha perso tempo e si è attivata immediatamente. Quanto scritto nel decreto è chiaro: “Il Settore Bonifiche e Autorizzazioni Rifiuti della Direzione Ambiente Energia della Regione Toscana ha, infatti, emanato il decreto di conclusione delle indagini istruttorie finalizzate all’individuazione del soggetto responsabile della contaminazione da Cvm nelle acque sotterranee che si trovano nel Comune di Serravalle Pistoiese specificatamente a Casalguidi nella zona di via del Redolone. Il decreto ha individuato nella Sant’Andrea srl (già Sant’Andrea Società Immobiliare e di partecipazione spa) con sede legale a Pistoia, la società che per effetto dei successivi passaggi societari è subentrata a titolo universale nel complesso dei rapporti giuridici, attivi e passivi e in tutti gli obblighi, gli impegni e le passività nessuno escluso od eccettuato riferibili, in ultimo, alla San Pietro s.r.l. e, prima ancora, alla Movimenti THUN spa la quale è la società che ha svolto l’attività all’origine della contaminazione in questione e, conseguentemente, la Sant’Andrea srl, essendo subentrata a seguito dei suddetti passaggi societari anche nel connesso onere per la bonifica, il soggetto cui ingiungere con provvedimento l’esecuzione dei necessari interventi nell’area commerciale/industriale di via del Redolone.
In base a quanto riportato dal decreto la società Sant’Andrea Immobiliare dovrà provvedere entro 60 giorni dalla notifica del presente provvedimento a realizzare i seguenti interventi:
-installazione e gestione di un impianto di messa in sicurezza d’emergenza della falda superiore contaminata da realizzarsi quanto più vicino possibile alla verticale del sondaggio MIHPT1 e collegato ad uno o più punti di emungimento;
-chiusura mineraria/tombamento del pozzo B presente presso il piazzale della ex Movimenti THUN; -chiusura mineraria/tombamento del pozzo TS01;
-realizzazione di nuovo pozzo in sostituzione del pozzo TS01, al fine di destinarlo per il servizio antincendio, presidio obbligatorio ai sensi di legge ed indispensabile per la sicurezza sui luoghi di lavoro presso le attività ivi presenti. Detto nuovo pozzo dovrà essere progettato e realizzato al fine di impedire la comunicazione idraulica tra la falda contaminata superiore e l’acquifero sottostante; -presentare al Comune di Serravalle Pistoiese, in qualità di amministrazione competente ai sensi della Legge Regionale n.30/2006 (Funzioni amministrative di competenza comunale in materia di bonifica dei siti contaminati), il Piano di caratterizzazione del sito nell’area commerciale/industriale di via del Redolone frazione Casalguidi in comune di Serravalle Pistoiese e proseguire successivamente nell’iter tecnico-amministrativo finalizzato alla bonifica del sito”.
In buona sostanza è stato accertato che il nucleo contaminante è da ascrivere alle vasche interrate dalla Thun a quei tempi proprietaria del terreno. Siccome le normative, a proposito di inquinamento, stabiliscono che ad essere chiamato in causa per la bonifica è l’attuale proprietario o chi lo ha causato. In questa circostanza è stata la Thun (che non esiste più da molti anni – nda) a inquinare terreno e falda acquifera ma ciò è avvenuto oltre 20 anni fa. Successivamente è avvenuta una serie di passaggi di proprietà dei terreni inquinati fino all’attuale proprietaria che è la società S. Andrea, a cui tocca provvedere alla bonifica riportando le acque alle caratteristiche di origine.